Biografia Dott. Comeri

UNA STORIA, LA MIA STORIA
Nato a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) il 3 marzo 1943 presso la nonna materna, dove mamma si era recata in vista del parto,

sono tornato a solo 2 mesi di età in Lombardia, a Morazzone in provincia di Varese, dove sono vissuto fino al 1970, data del mio

matrimonio con Clara Colombo, conosciuta all’Università di Pavia.
Avevo frequentato il Liceo Scientifico G. Ferraris di Varese dove ho conseguito la Maturità Scientifica a pieni voti, ottenendo in tal modo la possibilità di entrare come alunno al Collegio Borromeo di Pavia, dove sono rimasto per tutto il Corso di Medicina e Chirurgia, fino alla laurea conseguita con la lode. Già dal terzo anno del corso di laurea ho frequentato come interno prima la Medicina poi la Chirurgia Generale del Policlinico di Pavia, pubblicando i primi lavori scientifici. Dopo uno stage di qualche mese nel Centro di Nefrologia, Dialisi e Trapianti renali di Verona, considerato allora il

più importante d’Italia, diretto dal Prof. Confortini, ho inaugurato l’attività di Dialisi presso la Clinica Chirurgica di Pavia diretta dal Prof. Salvatore Donati, originario di Varese, quando frequentavo l’ultimo anno di laurea. Rinunciando a rimanere in Università a Pavia per un posto di precario che mi era stato prospettato, ho preferito dedicarmi all’Urologia come ospedaliero a Varese dove sono stato assunto il giorno dopo l’esame di Stato alla fine del ’68. Nel 1970 mi sono sposato e mi sono trasferito da Morazzone a Varese con mia moglie Clara.

Ho frequentato nel frattempo la Scuola di Specializzazione in Urologia prima, in Chirurgia Generale e in Chirurgia Vascolare poi sempre all’Università di Pavia, dove ho conseguito le tre specialità con il massimo dei voti e la lode, dividendomi fra lavoro, studio e
famiglia, famiglia che si è arricchita fra il 1975 e il 1983 di 4 figli adottivi, 3 femmine e 1 maschio, 2 italiane e 2 africani, desiderati ed amati dopo una felice esperienza di affido di 3 minori nei primi anni di matrimonio. Chiara, Claudia, Stefano e Miriam sono i loro nomi.

Nel frattempo mi dedicavo alla pubblicazione di lavori scientifici, e divenivo Presidente del Consorzio Sanitario di Zona 3 di Varese, con sede ad Azzate, carica ricoperta dal 1975 al 1980. Contemporaneamente sono stato Presidente del Consultorio Familiare “La Casa” di Varese, dove sono rimasto fino all’85.

A livello ospedaliero, divenuto Aiuto dopo soli 6 anni dall’assunzione, ho mantenuto tale qualifica fino al 1981 allorchè ho deciso di trasferirmi a Como, città di mia moglie, non appena si è profilata la possibilità di divenire primario. Infatti nel 1982, a soli 39 anni, ottenevo l’incarico primariale all’Ospedale S. Anna di Como dove ho lavorato ininterrottamente per 22 anni fino alla fine del 2002.

Al centro del mio lavoro c’è sempre stata la ricerca di metodologie di intervento sulle malattie urologiche sempre meno invasive, a partire dagli anni ’70, quando ho iniziato ad occuparmi della chirurgia endoscopica della vescica, della prostata e dell’uretra, preceduta da corsi intensivi che mi hanno portato in Germania e in Austria presso Urologi famosi come Mauermayer e Hans Marberger.
Mi sono avvicinato in seguito alla crioterapia per il trattamento non invasivo del tumore prostatico e, appena sono apparsi sul mercati i lasers per il trattamento dell’ ipertrofia prostatica benigna, li ho usati tutti in successione.

Nel 1981 sono stato a Monaco di Baviera ad occuparmi di terapia con onde d’urto dei calcoli renali, dove Chaussy stava sperimentando il primo litotritore extracorporeo, e qualche anno dopo all’Università di Londra per accostarmi alla chirurgia renale percutanea dei calcoli renali e da allora ci siamo dotati della strumentazione necessaria per realizzare anche questo approccio alla calcolosi renale, riducendo sempre di più la chirurgia cruenta, e realizzando uno “Stone Center” all’Ospedale S. Anna di Como.

Nel 1994 , organizzando il congresso annuale di Urodinamica a Como insieme al collega Francesco Catanzaro, ho mostrato in diretta uno dei primi interventi con laser per la prostata e abbiamo invitato per una dimostrazione in diretta, prima in Italia, l’ideatore della Neuromodulazione Sacrale per i disturbi funzionali della vescica, che ha realizzato l’impianto di un elettrocatetere sacrale per applicare questa Neuromodulazione in una paziente.

Da allora anche la Neuromodulazione è divenuta routine nel nostro reparto, come gli interventi di andrologia chirurgica e gli impianti di protesi per la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria maschile, sempre preceduti da stages nelle sedi più prestigiose, Amburgo per esempio, dove tale chirurgia era particolarmente applicata.

Intanto si cominciava a parlare di trattamento del carcinoma prostatico con Ultrasuoni ad alta Intensità (HIFU) e la sperimentazione del prototipo per realizzare questa procedura era in corso a Monaco di Baviera da parte dello stesso Prof Chaussy che anni prima avevo conosciuto e frequentato per il primo litotritore. Ci sono stato nuovamente alla fine degli anni 90 e nel 2000, appena commercializzato l’Ablatherm-HIFU per realizzare questa terapia dalle potenzialità molto importanti, ho convinto il Direttore del mio Ospedale ad acquisire, primo Ospedale in Italia, questa apparecchiatura con la quale abbiamo realizzato nei primi 2 anni di attività, centinaia di trattamenti incruenti con risultati lusinghieri.

Ero da poco arrivato a Como quando, all’inizio del 1984, ho fatto parte della prima équipe informale che ha studiato il fenomeno

delle apparizioni mariane di Medjugorje, constatando lo stato di estasi dei veggenti, situazione che non ha riscontro nella fisiologia umana normale, e a queste presunte apparizioni sono stato da allora molto legato, avendo avuto riscontro diretto di guarigioni

scientificamente inspiegabili, almeno in un caso di tumore renale in un adolescente che avevo io stesso operato. Facevo già parte, fra l’altro, anche dei medici legati al bureau médicale di Lourdes.

Anche alla fine degli anni ’80 ho fatto una bella esperienza di volontariato in Africa (Costa d’Avorio) dove ho operato diversi bambini in un ospedale di una missione cattolica.

A 59 anni avevo raggiunto i 40 anni di servizio, per cui ho deciso di lasciare l’Ospedale pubblico e di cambiare ambiente di lavoro: mi sono così spostato a Castellanza, in provincia di Varese, presso l’Ospedale Multimedica, convenzionato con il SSN, dove ho prestato la mia opera, dall’inizio del 2003, sempre in posizione apicale, come responsabile dell’unità Operativa di Urologia e Andrologia. Così ho raggiunto nel 2017 in questa struttura i 49 anni di laurea e i 35 anni di primariato, avendo realizzato un totale di oltre 30000 interventi di Chirurgia Urologica come primo operatore. Anche a Castellanza il mio intento è stato quello di promuovere ed attuare quanto la moderna tecnologia ha via via messo a disposizione dell’Urologo, specialmente sul versante della terapia endoscopica prima delle basse e poi delle alte vie urinarie. Così ho utilizzato il laser a luce verde per centinaia di interventi di vaporizzazione della prostata, il
laser ad Olmio per la frammentazione dei calcoli endoureterali risalendo dalla vescica negli ureteri e poi, allorchè è stato possibile disporre di strumenti flessibili, si è giunti a trattare per via retrograda, cioè passando attraverso l’uretere (RIRS) i calcoli renali troppo voluminosi per essere frammentati con la litotrissia extracorporea, polverizzandoli con l’energia laser, e risparmiando

qualche accesso alle cavità renali per via percutanea, sicuramente più invasiva di un trattamento endorenale per via retrograda.
Negli ultimi tempi, per qualche risultato a distanza del Green Laser meno buono del previsto, ho deciso di attuare l’enucleazione endoscopica dell’adenoma prostatico con l’ultimo laser (al Thulium) messo a punto per questo intervento, che promette di migliorare i risultati immediati e anche a distanza rispetto alla tradizionale resezione prostatica con corrente bipolare e rispetto al Green Laser.

Il tempo ci dirà se è tutto vero.
Nel frattempo è nato anche un libro – intervista, grazie al prof. Armando Verdiglione, dal titolo: MEDICINA DI VITA” con tutto il mio percorso di medico e di ricercatore (vedi la presentazione del libro in un mio articolo in questo stesso sito).

Negli ultimi mesi, infine, mi sto interessando di una nuova terapia non farmacologica per la Disfunzione Erettile, basata sull’utilizzo delle onde d’urto a bassa intensità (LI-ESWT) per migliorare l’irrorazione vascolare peniena, metodica recentemente approvata dalle maggiori società scientifiche mondiali di urologia e andrologia per la dimostrata possibilità di recuperare la funzione erettile senza l’uso di farmaci e divenuta disponibile nel mio studio a Como dal dicembre 2017,

nonché dell’utilizzo del Plasma arricchito di Piastrine (PRP) per iniezione locale nella Disfunzione Erettile e nella Induratio Penis Plastica (IPP) che porta ad incurvamenti anche gravi del pene, per la quale al momento si utilizza solo la terapia chirurgica.

Posso dire di avere un unico rimpianto: quello di non aver avuto modo di affrontare la chirurgia robotica per il costo esorbitante del Robot Da Vinci, utilizzabile solo in strutture ad alto volume di patologie trattabili con questa apparecchiatura.

C’è però un ultimo interesse nato di recente: nel 2015, sempre in
ricerca di novità, sono rimasto molto ben impressionato dai risultati, che ho potuto constatare di persona, ottenuti in medicina estetica con dei piccoli strumenti ideati da un medico italiano di Roma, che ho conosciuto, e che permettono di correggere molti inestetismi del viso e del corpo, senza la necessità di ricorrere alla chirurgia classica.

Si tratta della Chirurgia non ablativa, così denominata dal suo ideatore Giorgio Fippi, che permette di realizzare per esempio delle ottime blefaroplastiche senza incisioni e senza sanguinamenti, rimozione di cicatrici e tatuaggi, oltre a tantissime altre applicazioni, tutto ambulatoriamente. Così ho iniziato a frequentare i Corsi che il Prof. Fippi tiene nella sua sede, a Ostia Lido, e ho iniziato a cimentarmi con entusiasmo in questa nuova branca della medicina alla quale conto di dedicarmi con sempre maggiore impegno, sostenitore come sono del proverbio che “non è mai troppo tardi”.

Ho potuto convincermi che anche in questo campo si possono lenire sofferenze che non necessariamente compromettono seriamente la vita, ma disturbano non poco l’equilibrio psicologico di soggetti che si sentono in qualche modo sminuiti e a disagio in una società che, anche se a torto, chiede sempre più di essere perfetti.
Rimane pur sempre la gioia di essere nonno di ben otto nipotini che mi rallegrano la vita da 15 anni a questa parte. È la mia storia.