Il tumore della vescica

tumore della vescica

SINTOMI E DIAGNOSI

Il tumore più frequente è il Carcinoma a cellule transizionali (TCC) che origina dall’epitelio di rivestimento interno  della vescica .

Il tumore alla vescica talora costituisce una scoperta casuale nel corso di un’ecografia eseguita per altri motivi.

Molto spesso causa i sintomi seguenti:

  • Presenza di sangue nelle urine (le urine possono apparire color ruggine o rosso scuro),
  • Bisogno urgente di urinare,
  • Bisogno di urinare più frequente del solito,
  • Sensazione di non riuscire a svuotare la vescica pur avvertendone la necessità,
  • Tensione o sforzo durante la minzione,
  • Dolore durante la minzione.

Questi sintomi possono essere causati da un tumore alla vescica, ma anche da altre patologie, ad esempio da un’infezione. Chi li avverte dovrebbe consultare il medico, in modo da diagnosticare e curare il disturbo il prima possibile

Diagnosi

Di fronte ad uno o più episodi di ematuria macroscopica (cioè verificabile ad occhio nudo) il primo esame che oggi viene richiesto è l’ECOGRAFIA che viene estesa a i reni e alla vescica, dal momento che l’epitelio che riveste la vescica è lo steso che troviamo anche negli ureteri e nelle cavità renali.

 

  • L’immagine può evidenziare una massa vescicale o un’ostruzione delle vie urinarie superiori allorchè il tumore è situato a livello dello sbocco di uno o di entrambi gli ureteri in vescica.
  • La mancata visualizzazione di masse a livello vescicale non esclude la presenza di un

tumore che può determinare un’alterazione delle cellule epiteliali senza dar luogo ad un accrescmento      visibile: si tratta del “carcinoma in situ” che può essere diagnosticato solo con

l’Esame citologico urinario per la ricerca delle cellule neoplastiche integrato dalla

  • Cistoscopia con mappaggio bioptico vescicale.

OPZIONI TERAPEUTICHE

La sopravvivenza a cinque anni del tumore alla vescica supera, in Italia, il 70 per cento dei casi.

Le terapie possibili per chi è affetto da tumore alla vescica sono:

  • l’intervento chirurgico,
  • la chemioterapia,
  • l’immunoterapia,
  • la radioterapia.

Possono essere combinate per assicurare la guarigione del paziente.

La scelta della terapia dipende soprattutto da questi fattori:

  • La zona della vescica interessata dal tumore.
  • L’eventuale diffusione del tumore nella parete muscolare o nei tessuti esterni alla vescic
  • L’eventuale diffusione del tumore in altre parti dell’organismo
  • Il grado del tumore
  • L’età e lo stato di salute generale del paziente

Intervento chirurgico

L’intervento chirurgico è una eventualità a cui la maggior parte dei pazienti affetti da tumore alla vescica deve necessariamente ricorrere. L’Urologo potrà informarvi sui vari tipi di intervento e su quale sarà il più indicato nel vostro caso:

  • Resezione transuretrale (TURBT).

  • Il chirurgo usa il resettore per asportare totalmente il tumore della vescica totalmente o solo per eseguire una biopsia profonda che interessi la parete dove il tumore si impianta. Allorchè il tumore si rivelerà limitato alla mucosa e alla sottomucosa, cioè in uno stadio superficiale, l’intervento endoscopico può essere risolutivo anche se in genere viene seguito da chemio- o immunoterapia locale per instillazioni vescicali ( v. oltre), Non viene praticata alcuna incisione, e

l’intervento è eseguito in anestesia generale o spinale. Il medico inserisce il resettore in vescica attraverso l’uretra. Il resettore è dotato di un minuscolo bisturi a forma di ansa che rimuove il tumore e brucia le cellule tumorali rimanenti con una scossa elettrica di intensità minima. La resezione transuretrale, in alcuni casi, deve essere ripetuta.

  • . Per alcuni giorni dopo l’intervento, potrà comparire del sangue nelle urine e la minzione potrà essere in qualche caso dolorosa o difficile. Per il resto, la resezione transuretrale causa pochi problemi.

Chirurgia a cielo aperto.

Il chirurgo pratica un’incisione al basso addome per rimuovere il tumore dalla vescica insiema alla vescica stessa. Tale asportazione vescicale può essere parziale  (10-15% dei casi) o totale.

Parte della vescica (cistectomia parziale). Se il tumore della vescica è unico e piccolo, in regione cupolare o comunque lontano dalle papille, il chirurgo non rimuoverà tutta la vescica, ma soltanto il tumore, la parte della vescica che lo ospita e i linfonodi circostanti. Dopo la rimozione parziale della vescica, probabilmente non sarete più in grado di trattenere in vescica la stessa quantità di urina precedente all’intervento quindi forse dovrete urinare con maggior frequenza. Il problema, però, regredisce di solito nel giro di qualche settimana

  • Tutta la vescica (cistectomia radicale). Se il tumore ha invaso la parete muscolare l’intervento chirurgico più comune è la cistectomia radicale. Il chirurgo rimuove l’intera vescica, i linfonodi circostanti e parte dell’uretra; inoltre, se il paziente è un uomo, di solito viene rimossa anche la prostata, mentre se una donna potrà essere asportato l’utero.
  • Nel caso della cistectomia radicale il chirurgo ricaverà un percorso alternativo per la raccolta dell’urina prodotta dai reni. Probabilmente dovrete indossare una specie di sacca piatta, esterna al corpo e nascosta dai vestiti, oppure il chirurgo userà parte dell’intestino per creare una cavità all’interno dell’organismo. Se viene rimossa la prostata, il paziente non sarà più in grado di avere figli oppure potrà avere problemi durante i rapporti sessuali. Anche le pazienti donne, in caso di rimozione dell’utero, non potranno più avere figli; inoltre se il chirurgo rimuove parte della vagina, i rapporti possono risultare difficili.

L’intervento radicale per tumore alla vescica può avere ripercussioni negative sulla vita sessuale, quindi per l’operato e per il partner può essere utile condividere le sensazioni e cercare di trovare forme alternative di intimità nella fase della terapia e nei periodi successivi.

  • Per questo nel maschio, in casi selezionati, in soggetti ancora giovani e dopo avere escluso un tumore prostatico, può essere presa in considerazione la cistectomia totale con risparmio della prostata e delle vescicole seminali per evitare la disfunzione erettile. (vedi articolo dedicato alla CISTECTOMIA SEX SPARING in questo stesso sito)

Per guarire dopo l’intervento chirurgico ci vuole del tempo; il tempo di guarigione varia da persona a persona, ma è normale sentirsi deboli o stanchi per un po’.

Inoltre, per i primi giorni, è possibile avere male o fastidio. I farmaci aiutano a tenere sotto controllo il dolore..

Dopo la resezione transuretrale o la cistectomia parziale, l’uretra ha bisogno di tempo per guarire, quindi vi sarà impiantato un catetere, cioè un tubicino inserito in vescica attraverso l’uretra, che permette il deflusso dell’urina. Dovrete tenerlo per un periodo variabile tra i due e i 5 giorni durante la degenza ospedliera

Chemioterapia

La chemioterapia è una terapia a base farmaci potenti che sono in grado di uccidere le cellule tumorali. Può essere usata per curare il tumore alla vescica prima o dopo l’intervento chirurgico. La chemioterapia può essere somministrata in diversi modi:

  • Direttamente in vescica. Dopo l’intervento di resezione transuretrale, il medico inserisce un catetere nell’uretra per iniettare un farmaco liquido in vescica. Il farmaco rimane in vescica per due ore. Questa terapia va somministrata una volta a settimana per il primo mese poi 1 volta al mese per 1 anno.
  • Per via orale. Alcuni farmaci chemioterapici sono in commercio sottoforma di pastiglie che vi saranno somministrate prima o dopo l’intervento.
  • Tramite flebo. Se il tumore ha invaso la parete muscolare della vescica o si è diffuso in altri tessuti, i farmaci di solito vengono somministrati per endovena (flebo). Entrano in circolo e si diffondono nell’organismo. La chemioterapia può essere effettuata prima o dopo l’intervento chirurgico.

La chemioterapia può essere effettuata in day hospital, in ambulatorio o presso il domicilio del paziente. Il ricovero in ospedale è necessario solo in rari casi.

La chemioterapia di solito viene somministrata in diversi cicli. Ogni ciclo è composto da un periodo di terapia, seguito da un periodo di riposo.

Gli effetti collaterali dipendono principalmente dal modo in cui sono somministrati i farmaci. Se vengono somministrati direttamente in vescica, gli effetti collaterali di solito sono lievi. Per alcuni giorni dopo la terapia probabilmente sentirete la necessità di urinare con maggior frequenza del solito. Ci potrà essere del sangue nelle urine, oppure la minzione risulterà dolorosa. Alcuni pazienti, invece, soffrono di eruzione cutanea. Questi problemi di solito scompaiono con la fine della terapia.

Se i farmaci vengono somministrati tramite flebo o per via orale, gli effetti collaterali dipendono soprattutto dal tipo e dalla quantità di farmaco somministrato. La chemioterapia uccide le cellule tumorali che si moltiplicano velocemente, ma può anche danneggiare tutte quelle cellule sane che si dividono rapidamente, ad esempio:

  • Cellule del sangue. Se i farmaci uccidono molte cellule sane, si corre un maggior rischio di contrarre infezioni; inoltre si sanguina o ci si procura lividi con estrema facilità e ci si sente molto deboli e stanchi. L’équipe che vi segue controllerà periodicamente la composizione del vostro sangue. Se le cellule sane rimaste non sono sufficienti, sarà necessario sospendere temporaneamente la chemioterapia

oppure ridurre la dose del farmaco. Esistono anche farmaci in grado di aiutare    l’organismo a produrre nuove cellule del sangue.

  • Cellule della radice dei capelli. La chemioterapia può far cadere i capelli. Se i capelli cadono, ricresceranno comunque dopo la fine della terapia, ma il colore e la consistenza potrebbero cambiare.
  • Cellule delle mucose dell’apparato digerente. La chemioterapia può far andar via l’appetito o provocare: nausea, vomito, diarrea, lesioni alla bocca e alle labbra. L’équipe medica vi può somministrare farmaci e suggerire altri modi per alleviare questi problemi che di solito regrediscono dopo la fine della terapia.

Alcuni farmaci usati per combattere il tumore alla vescica potrebbero causare prurito o intorpidimento alle mani e ai piedi. I medici che vi seguono sono in grado di tenere sotto controllo molti di questi effetti collaterali.

Immunoterapia

Chi soffre di tumore alla vescica può essere curato con la cosiddetta immunoterapia, questa terapia consiste nella somministrazione di una soluzione BCG (sigla che sta per bacillo di Calmette e Guérin), cioè di un liquido che contiene batter tubercolari indeboliti. Si tratta del vaccino antitubercolare. I batteri aiutano le difese naturali dell’organismo (sistema immunitario) a eliminare il tumore della vescica.

Anche qui, a partire da lcune settimane dopo la resezione transuretrale, il medico introdurrà in vescica il vaccino in forma liquida, diluito in soluzione fisiologica, attraverso un catetere sottil. Vi sarà richiesto di trattenere il farmaco in vescica per circa due ore.

La soluzione BCG di solito viene somministrata una volta a settimana per sei settimane, seguite da richiami di tre instillazioni settimanali ciascuno ad intervallo crescente per tre anni.

Questa terapia aiuta a combattere i tumori multipli, quelli recidivati dopo chemioterapia, e costituisce la terapia elettiva per il “carcinoma in situ”. Talora la terapia con BCG può irritare la vescica, causando il bisogno urgente di urinare, oppure di urinare con maggior frequenza del solito, oppure ancora dolore, soprattutto durante la minzione. Tra gli altri effetti collaterali si possono avere: sangue nelle urine, nausea, febbre o brividi. In genere gli effetti collaterali scompaiono al termine di ogni ciclo di terapia.

RADIOTERAPIA

La radioterapia usa onde molto potenti in grado di uccidere le cellule tumorali. Può essere somministrata dopo l’intervento chirurgico. Di solito viene effettuata contemporaneamente alla chemioterapia se il tumore ha invaso la parete muscolare della vescica tuttavia, in alcuni casi, può rappresentare un’alternativa all’intervento chirurgico o alla chemioterapia.

Le radiazioni provengono da un dispositivo molto grande che indirizza fasci di radiazioni nella zona della vescica.

Per la radioterapia dovrete recarvi in ospedale o in clinica cinque giorni a settimana per diverse settimane. Ogni sessione dura circa mezz’ora.

Durante la sessione, non si avverte dolore, ma la radioterapia può causare effetti collaterali, come nausea, vomito, diarrea o stanchezza molto forte. I medici che vi seguono possono suggerirvi come curare o tenere sotto controllo questi effetti collaterali.

Riabilitazione e follow-up

L’équipe che vi segue vi aiuterà a ritornare alle normali attività il prima possibile, gli scopi della riabilitazione dipendono dall’estensione della malattia e dell’eventuale intervento chirurgico.

Se vi è stata asportata la vescica dovrete ricorrere a un modo alternativo per raccogliere l’urina: dopo aver rimosso la vescica il chirurgo userà una parte dell’intestino tenue o crasso per creare una nuova uretra (un nuovo tubicino che permette all’urina di fuoriuscire dal corpo) oppure una vescica sostitutiva.

I vostri medici potranno proporvi le seguenti soluzioni:

  • Sacca esterna da indossare sotto gli abiti. Il chirurgo può attaccare un piccolo tratto di intestino agli ureteri e allo stoma (apertura nella parete addominale). L’urina passa dagli ureteri nel tratto di intestino, e da qui allo stoma. Allo stoma è fissata una sacca tenuta ferma da una colla speciale. La sacca va svuotata diverse volte al giorno.
  • Nuova vescica o sacca interna. Il chirurgo può creare una nuova vescica o sacca utilizzando un tratto di intestino. Il chirurgo collega la sacca agli ureteri in modo che l’urina possa defluire dagli ureteri e raccogliersi nella sacca interna; la sacca, poi, viene collegata all’uretra oppure a uno stoma praticato nella parete addominale.
  • Nuova vescica collegata all’uretra. La cavità è collegata all’uretra, quindi sarete in grado di svuotare la vescica esattamente come prima dell’intervento.
  • Nuova vescica collegata allo stoma. Il chirurgo crea un nuovo percorso per consentire all’urina di defluire dall’organismo. La cavità è collegata allo stoma e userete il catetere (un tubicino) per svuotare la vescica diverse volte al giorno. Non dovrete indossare alcuna sacca collegata allo stoma.

All’inizio svuoterete la vescica ogni due o tre ore. In seguito, dovreste essere in grado di trattenere l’urina fino a quattro, sei ore.

Lo stomaterapista o un altro membro dell’équipe medica vi visiterà prima dell’intervento per descrivervi tutte le procedure di riabilitazione, il medico o l’infermiere vi insegneranno come comportarvi dopo l’intervento. Se sarete stomizzati il medico o l’infermiere vi aiuteranno a capire la zona dell’addome in cui sarà praticata la stomia, e vi insegneranno come convivere con lo stoma e prendervene cura in autonomia dopo l’intervento.

Per qualsiasi dubbio o preoccupazione, di natura fisica, emotiva o sessuale, rivolgetevi ai medici che vi seguono. Se necessario, potranno indicarvi gli opportuni materiali di consultazione o i gruppi di aiuto presenti nella vostra zona.

Alimentazione

Prima, durante e dopo l’intervento, è fondamentale prendersi cura di se stessi al meglio. Prendersi cura di se stessi vuol anche dire seguire un’alimentazione corretta, in modo da ottenere tutte le calorie necessarie per mantenere il peso giusto. È anche necessario assumere proteine a sufficienza per salvaguardare la propria forza. Mangiare bene vi aiuterà a sentirvi meglio e ad avere più energia.

In alcuni casi, soprattutto durante la terapia o nelle fasi immediatamente successive, non avrete appetito, perché ad esempio non ve la sentirete o sarete stanchi, oppure vi sembrerà che il gusto degli alimenti non sia più lo stesso. Anche gli effetti collaterali della terapia (inappetenza, nausea, vomito, ulcere in bocca) possono non invogliare per nulla a mangiare.

Il medico, il dietologo o un altro membro dell’équipe medica vi possono suggerire i modi migliori per soddisfare le vostre esigenze alimentari. In alternativa, potete consultare il seguente articolo su alimentazione e tumore.

Follow-up

Dopo la terapia contro il tumore alla vescica, dovrete sottoporvi a controlli regolari (ad esempio a intervalli di 3-6 mesi). Con i controlli è possibile diagnosticare e curare gli eventuali problemi di salute che potrebbero presentarsi.

Se tra un controllo e l’altro avete dei problemi, dovreste consultare il medico.

Il tumore alla vescica può recidivare, cioè ripresentarsi anche dopo la terapia. Uno degli scopi dei controlli è proprio quello di escludere le recidive. Tra i controlli che dovrete eseguire ricordiamo, ad esempio:

  • visite mediche,
  • esami del sangue,
  • esami delle urine,
  • cistoscopia

    Studio medico
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