NEL MASCHIO la cistectomia radicale, che comporta l’asportazione totale della vescica, della prostata e delle vescicole seminali, costituisce la terapia di scelta nel tumore della vescica quando infiltra la parete muscolare della vescica stessa.
Si tratta di un intervento molto complesso, gravato da possibili complicanze. e che l’urologo realizza non senza titubanze e patemi d’animo, consapevole di compiere un atto chirurgico destinato forse a guarire il paziente ma senz’altro in grado di alterare in modo grave e irreversibile la sua qualità di vita.
L’amputazione della vescica comporta infatti la necessità di una derivazione dell’urina all’esterno, dove il più delle volte viene raccolta in un contenitore applicato alla cute dell’addome. Talvolta è possibile realizzare una neovescica , cioè ricostruire un nuovo serbatoio per l’urina con un tratto di intestino, e questa neovescica può essere collegata al canale uretrale, residuo alla asportazione della vescica insieme alla prostata, consentendo di mingere in qualche modo spontaneamente. (fig 1).
Sempre va prevista però una incontinenza di urina che è totale durante la notte, e che di giorno è pure presente, anche se parziale, in una percentuale vicina al 20% dei casi. A questo si deve aggiungere che, in circa il 90% dei casi, si verifica una disfunzione erettile, con impotenza più o meno completa, dovuta alla lesione pressoché inevitabile dei fasci nervosi deputati all’erezione, che decorrono a ridosso della prostata e delle vescicole seminali.
In una discreta percentuale di casi riusciamo a modificare questo tipo di intervento, a parità di risultati oncologici, realizzando una cistectomia totale che lascia però intatte sia la capsula prostatica che le vescicole seminali. In tal modo il serbatoio realizzato con l’intestino e che sostituisce la vescica asportata, anziché essere collegato al canale uretrale al di là della prostata, viene reso solidale con la capsula prostatica (fig 2) dopo avere asportato la parte centrale (adenoma) della prostata o nel corso dello stesso intervento di cistectomia ( fig.3) o qualche settimana prima mediante elettroresezione endoscopica, conservando intatti in entrambi i casi lo sfintere deputato al controllo della minzione e i fasci vascolo-nervosi deputati alla funzione erettile. Realizziamo in tal modo una neo-vescica ileo-capsulare:
con tale modifica apportata all’intervento originale non solo si evita l’incontinenza sia notturna che diurna, ma la mancata rimozione della prostata e delle vescicole seminali permette anche di conservare intatta la funzione sessuale.
Un enorme vantaggio quindi per l’uomo che mantiene la sua integrità minzionale e sessuale!
NELLA DONNA, in caso di cistectomia, la neovescica intestinale può essere realizzata come nel maschio, ma per motivi anatomici l’incontinenza totale diurna e notturna è la regola a meno che non si ricorra all’impianto di uno sfintere artificiale difficile da ottenere per l’alto costo e difficile poi da gestire.
Si ricorre pertanto di solito all’allestimento di uno stoma cutaneo da cui l’urina scola continuamente e viene raccolta in un sacchetto applicato allo stoma cutaneo addominale che si viene a trovare poco sotto e a destra dell’ombelico.
Anche nella donna , per ovviare a tale deviazione che viene percepita ovviamente come una menomazione importante, preferiamo realizzare un
tipo di intervento diverso, che consiste in una modifica del sigma, che è il tratto del grosso intestino situato subito prima del retto, realizzando una tasca interna dove vengono abboccati i due ureteri. In tal modo la minzione avviene attraverso l’ano, evitando la derivazione esterna dell’urina.
Sarà la valutazione di volta in volta dello stato del tumore, della sua diffusione e del grado di invasività, nonché la singola valutazione dell’intestino, a permettere la scelta di questi tipi di intervento più rispettosi dello schema corporeo della persona e della sua qualità di vita.
NB: A Castellanza, presso l’OSPEDALE MULTIMEDICA, sia la neo-vescica ileo-capsulare nel maschio che la deviazione interna nell’urina nella sacca sigmoidea nella donna sono interventi realizzabili con il SSN