L’orgasmo femminile in alcune donne è accompagnato dal rilascio di liquido dai genitali esterni e in alcuni casi si può parlare di squirting mentre in altri di eiaculazione femminile vera e propria. A tale proposito cercando di far luce sul tema troviamo come dalle ricerche di Pastor Z. (2013) sia emerso che l’eiaculazione femminile va distinta dal fenomeno dello squirting in quanto ci troviamo davanti a due differenti tipi di eiaculato: il primo è un fluido di consistenza lattiginosa, di colore biancastro, emesso in scarsa quantità e rilevabile facilmente dato che si deposita in corrispondenza dell’imboccatura della vagina.
L’eiaculazione femminile
Può manifestarsi con l’emissione di una piccola quantità di secrezioni biancastre secrete dalla presunta “prostata femminile”. Biochimicamente è simile, per alcuni componenti, al seme maschile, infatti, si compone soprattutto dell’antigene prostatico specifico: 3,99 ± 0,60 × 103 ng / ml. La prevalenza di FE è 10-54% (Pastor Z .; 2013).
Lo squirting
Consiste di un liquido trasparente emesso in quantità più o meno considerevoli con manifestazioni di carattere eiaculatorio più evidente ed “esplosivo”. Biochimicamente pur contenendo antigene prostatico specifico (PSA) rassomiglia all’urina diluita (Rubio-Casillas A, Jannini EA.):
- densità: 1,001.67 ± 2.89
- urea: 417,0 ± 42.88 mg/dL
- creatinina: 21.37 ± 4.16 mg/dL
- acido urico: 10.37 ± 1.48 mg/dL
L’espulsione del fluido diluito è a carico della vescica (Rubio-Casillas A, Jannini EA.; Gary Schubach; Kratochvíl S.).
Lo squirting, fenomeno controverso tanto è che la stessa comunità medica e scientifica non ha raggiunto ancora un giudizio unanime, consiste nell’emissione di fluido dall’uretra da parte della donna a seguito di una intensa stimolazione presumibilmente del punto G. Una area, il punto G, sita nella parete anteriore della vagina e formata da diversi tipi di tessuti, che comprendono la radice del clitoride, i corpi cavernosi (come quelli del pene), le ghiandole di Skene e nervi che utilizzano gli stessi fattori biochimici dell’eiaculazione maschile (Jannini, 2008).
È proprio l’intensa stimolazione di questo punto nevralgico dell’eros femminile e precisamente delle ghiandole di Skene che favorirebbe, solo in una piccola percentuale di donne (alcuni autori ritengono che solo il 10% possa ottenere l’eiaculazione), lo squirting.
Come è possibile lo squirting?
È risaputo che alcune donne abbiano mantenuto un residuo prostatico, le ghiandole di Skene (prostata femminile), che al pari della prostata maschile, rilascia del fluido durante l’orgasmo che una volta accumulatosi viene, attraverso le contrazioni ritmiche dei muscoli pelvici, espulso dall’uretra. Il piacere che deriva dallo squirtare sembrerebbe molto forte e il quantitativo di fluido rilasciato considerevole. È indubbio che le differenti variabili anatomiche della donna possano o meno facilitare lo squirting. Nonostante ciò il tam tam di internet alimenta a fronte di tutta una serie di informazioni su “cosa sia” e istruzioni d’uso su “come fare” i miti e le speculazioni intorno al fenomeno creando la domanda e la patologia stessa rimpinzando il mercato dell’orgasmo.
A fronte di ciò l’eiaculazione femminile è fenomeno raro, che merita comunque attenzione in consultazioni sessuologiche. La divulgazione non scientifica della sessualità femminile e l’ignoranza unita a false aspettative e convinzioni infatti condizionano la stessa risposta sessuale della donna. In alcune donne l’eiaculazione o la sua assenza causa sentimenti di vergogna … si sentono anormali e vivono la sessualità inibite e insicure. Questo vale sia per chi riesce ad eiaculare e scambia il liquido per urina e pensa che sia un’eccessiva lubrificazione (Kratochvíl S: 1994) e quindi non percepisce l’eiaculazione femminile come un arricchimento della propria vita sessuale, sia per chi non ci riesce e lo sente come un handicap. Visto che il fenomeno è piuttosto conosciuto, molti uomini insistono per provocare uno squirting alla propria donna che non raggiungendo l’eiaculazione si sentono meno adatte delle altre.
Comunque è bene ricordare che un orgasmo intenso e duraturo può prescindere dal fatto che nella donna si verifichi o meno l’emissione genitale. Raggiungere l’orgasmo spesso richiede che la donna sia a tal punto coinvolta emotivamente e fisicamente da lasciarsi andare al piacere e al leggero obnubilamento della coscienza che esso comporta.
Va da sé che la paura di perdere il controllo può far si che la donna non si abbandoni al vissuto orgasmico comportando l’instaurarsi di disturbi sessuali come l’anorgasmia.
Dr.ssa Anna Carderi
Relazione Squirting. Ciò che è noto al riguardo dell’emissione femminile. Benessere sessuale e riproduttivo della coppia. Tutto quello che non è stato ancora detto.
Cogresso Nazionale Associazione Andrologi Italiani. Camogli (Ge) 29-30 Novembre 2013.